Penso di essere una persona molto aperta e tollerante. Quello che però non riesco a sopportare è la pretesa di gruppi religiosi o politici di essere i soli detentori della Verità, affidata a una qualche Autorità Suprema. Pretesa a partire dalla quale si permettono di scagliare anatemi, scomuniche, demonizzazioni sulle altre espressioni di fede in un Principio, sugli altri modi di pensare i rapporti umani, sulle altre maniere di interpretare la storia, l'arte e la cultura.
Oltre al dovere (che non è solo cristiano ma universale) di consolare gli afflitti, continuo a pensare che sia un dovere speculare quello di affliggere i consolati.
E allora ho continuato e continuerò a sottolineare l'estrema singolarità di un personaggio maledetto e "demonizzato" (sul serio! da papa Pio II) come Sigismondo Pandolfo Malatesta e l'altrettanto estrema unicità della sua opera, il Tempio, con quel suo triplice carattere: erotico, eroico ed eretico. Anche se questo non va giù alle élites culturali politiche ed ecclesiastiche della mia città, che in più occasioni si sono dimostrate ignoranti e permalose.
Per mostrare a quale genere di perniciosa infermità intellettuale conduce il radicalismo religioso, si può avere un saggio edificante con la lettura di un'inchiesta che abbiamo già menzionato in un precedente post del 12 aprile 2011. L'inchiesta di "Ariminol" del 20 febbraio 2003 viene pubblicata su il Ponte del 2 marzo 2003. Particolarmente interessante è l'articolo di piede "Il Tempio, 'scrigno di significati criptici e arcani'".
Sono seguite, nel numero successivo del settimanale, datato (sic) 3 marzo 2003, le repliche di Stefano Pivato, oggi rettore dell'Università di Urbino e allora Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, e di Antonio Calderisi, allora presidente del Circolo Culturale "Giovanni Venerucci".
E la "controreplica" di Antonio Calderisi ne il Ponte del 16 marzo 2003.
Sempre per affliggere i consolati e anche per par condicio, anche noi ci rendiamo disponibili da subito a pubblicare gli elenchi degli aderenti riminesi all'Opus Dei, e comunque almeno i nomi di chi riveste un ruolo pubblico o di rilevanza pubblica.
E, trasparenza per trasparenza, Samuel Kress, col cui denaro fu ricostruito nel 1946, pezzo per pezzo, il Tempio era un aderente alla massoneria. Da mettere nel "Libro d'oro" degli agognati elenchi di massoni della Chiesa riminese.
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