mercoledì 22 maggio 2013

Convegno su “Nuovo Risorgimento” della Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano a Marsala

Il 17 maggio 2013 sono partiti gli incontri a Marsala della Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano. L'evento era stato presentato nei giorni scorsi dall'assessore alla Cultura Patrizia Montalto, che ha organizzato l'iniziativa in collaborazione con il Museo Civico marsalese diretto da Gabriella Tranchida. All'incontro erano presenti alcuni rappresentanti della Massoneria del Rito Simbolico Italiano, Vincenzo Vitrano, Ariberto Buitta e Giovanni Milazzo.
Nella mattinata del 17 maggio con l'omaggio alla tomba di Abele Damiani e la scopertura di una lapide in sua memoria si è aperta – alle ore 11 – in via XI Maggio la due giorni culturale della Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano.

La tomba di Abele Damiani, in forma di piramide, nel Camposanto di Marsala.

Il cartello che ricorda il restauro della tomba monumentale da parte del Grande Oriente d'Italia, del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Sicilia e della Rispettabile Loggia "Abele Damiani" n. 349 all'Oriente di Marsala.
La scopertura della targa in ricordo dell'evento del Rito Sibolico Italiano.

La targa.

La targa

Lapide e targa della Massoneria marsalese.


Di Abele Damiani scrive Giovanni Alagna:

"La carriera politica di Abele Damiani è esemplare per capire attraverso quale aspro tirocinio si è formata la classe dirigente risorgimentale, a cui va riconosciuto il merito di avere unificato l’Italia: cospirazione, carcere, impegno militare, organizzazione del consenso attraverso l’attività politica e sociale, e infine elezione al parlamento. Damiani nacque il 2 giugno 1835 in una famiglia culturalmente stimolante: il padre era un uomo di idee liberali che instillò nei figli l’amore per il sapere e per la patria....
“La patria – scrisse Damiani - si apprende nella famiglia, in mezzo ai propri affetti, e … nel concetto indivisibile dell'onestà pubblica e privata”. Fu mandato a studiare prima nel seminario di Mazara, allora centro di diffusione di idee liberali, e poi nell’università di Palermo, dove entrò in contatto con i gruppi liberali e patriottici palermitani. Fu tratto in arresto una prima volta nel 1853 per un articolo pubblicato su un giornale palermitano, ma fu rilasciato poco dopo. Nel 1854, a causa della malattia del padre, dovette ritornare a Marsala per occuparsi degli affari di famiglia. Continuò tuttavia a tenere i rapporti con Francesco Bentivegna e gli altri cospiratori siciliani, la cui corrispondenza faceva giungere agli esuli maltesi per mezzo delle barche che collegavano Marsala con Malta. Questa sua attività non passò inosservata alla polizia borbonica che, il 10 dicembre 1856, lo arrestò insieme al fratello Antonino. Liberato dopo un anno di carcere duro nella Colombaia di Trapani, nonostante fosse tenuto sotto controllo dalla polizia, Damiani continuò l’attività cospirativa. Il 7 aprile 1860 promosse la rivoluzione a Marsala e dopo la repressione si rifugiò a Malta. Avuta notizia dello sbarco dei Mille, Damiani raggiunse Garibaldi a Milazzo e fece tutta la campagna militare fino alla conclusione della spedizione. Si recò, quindi, a Torino, dove, nonostante la giovane età, fece sentire la sua voce nel dibattito in corso tra i moderati e democratici riguardo all’organizzazione da dare al nuovo Stato. Deluso dalla maniera in cui si stava realizzando l’unità d’Italia e preoccupato per le notizie di emarginazione dei democratici marsalesi, che l’amico Andrea D’Anna gli inviava, tornò a Marsala. Il prefetto di Trapani, riconoscendogli capacità e competenza, lo nominò sindaco, ma egli dopo aver avviato una serie di riforme dell’amministrazione cittadina (nuovi bilanci, riforma tributaria, pratiche per ampliare il porto, istituzione di scuole pubbliche), abbandonò l'incarico per ritornare a Torino. Nella capitale del nuovo regno, Damiani “condusse la vita varia e turbolenta dell’uomo di mondo, non senza qualche roseo mistero e con parecchi duelli”. Racconta un suo biografo che, per far cessare il brigantaggio che lacerava le regioni meridionali del nuovo regno, con alcuni suoi amici aveva progettato di penetrare segretamente nello Stato pontificio, per rapire l’ex regina Maria Sofia, che alimentava la rivolta, e portarla in Sicilia, donde non sarebbe uscita libera, fino a quando non si fosse impegnata ad abbandonare la lotta. Forse il governo ebbe qualche sentore di quella macchinazione e fece intendere che l'avrebbe impedita. Damiani ritornò in Sicilia nel 1862 per partecipare alla spedizione garibaldina che mirava a liberare Roma e dopo lo scontro di Aspromonte, venne arrestato e imprigionato per alcuni mesi nella fortezza di Bard in Valle d’Aosta. Le amarezze di quegli anni e la delusione per come si stava realizzando l’unificazione nazionale lo indussero ad una seria riflessione sul che fare. Egli era convinto che ci fossero due vie nel “processo delle nuove idee: o spezzare la spada, per gettarsi a corpo perduto in una lotta impari di ambizioni e d'interessi venali, o riprenderla nel nome santo de’ forti caduti, e di quanti senton gravi i momenti che li dividono dalle prove supreme”. Scelse la via dell’impegno e riprese l’azione politica: nel 1863 costituì la prima loggia massonica marsalese; nel 1865 organizzò il Meeting per l’abolizione della pena di morte e la soppressione delle corporazioni religiose. Il 18 novembre dello stesso anno 1865, appena trentenne, venne eletto deputato al parlamento per la IX legislatura. Fu eletto poi ininterrottamente fino alla XIX legislatura (1880 – 1895)."

Abele Damiani in divisa di Ufficiale garibaldino


Ritratto di Abele Damiani


Il Rito Simbolico Italiano, nato nel 1859 ad opera della Loggia Massonica Ausonia di Torino, diede vita al Grande Oriente Italiano, regolare e sovrano, sganciato da qualsiasi dipendenza estera. Nel pomeriggio, nella Sala Conferenze della Biblioteca Comunale si è svolta la Gran Loggia, l'assemblea annuale dei delegati del Rito Simbolico Italiano. Si è anche aperta l’esposizione documentaria su “la presenza massonica a Marsala” a cura della Biblioteca comunale e dell'Archivio Storico diretto da Milena Cudia. Il convegno è organizzato dal comune di Marsala, dall'Assessorato alla Cultura diretto da Patrizia Montalto e dal Museo Civico diretto da Gabriella Tranchida. Un ampio spazio è dedicato alla mostra filatelica storica-massonica curata dal Dott. Aldo Bonfanti, presidente dell'Associazione Filatelica Lilibetana. La mostra consiste in una collezione privata in possesso dello stesso Bonfanti, sulla massoneria e sui famosi personaggi storici aderenti ad essa, a partire da Mozart e Garibaldi... 
Alle ore 18,30 l’incontro dei vertici della Gran Loggia con le autorità locali. 
Sabato 18 maggio dalle ore 9,00 alle ore 18,30 presso l’Oratorio "Santa Cecilia" si è svolto un Convegno sul tema “Nuovo Risorgimento” organizzato dal Rito Simbolico Italiano e dalla Loggia Regionale Oreto, con il patrocinio del Comune di Marsala, a cui hanno partecipato: il Serenissimo Presidente del Rito simbolico Italiano, Giovanni Cecconi; lo storico Arturo Menghi Sartorio; Renato Scarpa, studioso di Storia del Risorgimento; Marco Cuzi, Università degli Studi di Milano; Anna Maria Isastia, Università La Sapienza di Roma; Moreno Neri, saggista; Vinicio Serino, Università di Siena; Antonio Panaino, Università di Bologna. Nel corso del Convegno, si è tenuta la presentazione, a cura del Serenissimo Presidente del Rito simbolico Italiano, Giovanni Cecconi, del volume "In nome dell'Uomo" di Gustavo Raffi. In seguito si è svolta una visita nelle famose Cantine Florio. 
Alle ore 21,30 presso il Teatro Impero l’evento lirico “Giuseppe Verdi tra lirica e narrazione” nel bicentenario della sua nascita.

Due vedute dell'Oratorio "Santa Cecilia" prima dell'inizio del convegno.


Il depliant con il programma del Convegno "NUOVO RISORGIMENTO"

Visita alle Cantine Florio.
Le più antiche botti di Marsala delle Cantine Florio.
Le botti sono disposte in forma di tetraktys.










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