Alzi la mano chi non si
googla! Confesso che, a dispetto del mio serio intento di cancellazione dell'ego - parte essenziale del mio percorso autorealizzativo-, qualche rara volta mi capita di cercarmi su internet. Apro il più noto e ormai monocratico motore di ricerca e digito, tra virgolette, "moreno neri", per vedere se sono conosciuto, evocato e citato e se si parla dei miei libri.
Come diceva il Fratello Oscar Wilde, che mi dicono in questo periodo particolarmente sorridente nell'Oriente Eterno per i risultati del referendum irlandese sul
same-sex-marriage:
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé.
e diceva anche come
E' davvero mostruoso che la gente vada in giro dicendo alle nostre spalle cose che sono assolutamente vere.
Un paio d'anni fa ho scoperto "Tor" che restituisce qualche risultato in più di "Google": il cosiddetto "internet sommerso". In questo modo ho ritrovato l'articolo che qui sotto trascrivo di Maria Grazia Cutuli, inviata del "Corriere della Sera", assassinata in Afghanistan nel 2001.
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Maria Grazia Cutuli |
Nell'articolo si parla, è ovvio, del "Moreno Neri 1.0" che non ho per niente rinnegato e che, anzi, trovo sempre molto divertente ed efficace nelle sue iniziative demenziali ed estemporanee. L'articolo, insieme a tanti altri apparsi sulla stampa locale e nazionale, suscitò l'ira forsennata di Elvira Banotti (1933-2014), una femminista "talebana" (per intenderci era una che sosteneva che "ogni coito è uno stupro") allora famosa perché era una presenza costante al "Maurizio Costanzo Show". Elvira mi denunciò, insieme al Sindaco Micucci, per "istigazione allo sfruttamento della prostituzione". Lo so perché fui convocato alla Caserma dei Carabinieri di Rimini di Via Destra del Porto dove mi accolsero un paio di Carabinieri molto gentili che, tra l'imbarazzato e il divertito, procedettero alla mia "identificazione". Dopodiché non ne seppi più nulla: la paradossale denuncia sarà finita nel cestino per "il non luogo a procedere" o perché "il fatto non sussiste".
Il Moreno Neri 2.0 si diverte ora a vedere che anche il Fratello Valter Giovanetti, presidente dei "Galli di Romagna", era in catena d'unione con Moreno Neri, presidente dell'O.N.U. One Nation Underground. Si diverte di meno a fare il confronto con l'oggi. Allora non si spendeva una lira per posizionare sulla stampa nazionale la nostra costa. Oggi si spende una valangata di euro per una trovata come "rimining" che, "googlato", ci dà il suggerimento che forse cerchiamo "rimming". Come ci spiega l'ultimo libro di Travaglio, significativamente intitolato Slurp, questo è un tempo di leccatori e leccati. Meglio prendere a modello l'irresistibile francesismo dello scomparso Micucci "au bord de l'eau" che l'improbabile anglismo del vivente Primo Cittadino di Rimini. Come cantava un riminese d'adozione: "tu chiamale se vuoi ... emozioni". Ma le emozioni bisogna saperle maneggiare e controllare.
da "Epoca", 29 maggio 1991 nr. 2120, pp. 72 ss. Sezione "Storie"
IL LEADER DEL PDSESSO
DI MARIA GRAZIA CUTULI
Il sindaco di Cattolica
Il racket delle lucciole lo preoccupa, le finanze comunali lo
angustiano. Che fare? Il primo cittadino di una famosa località
romagnola ha trovato un rimedio sicuro: riaprire le case d'appuntamento
e affidarle a una azienda municipale. Le sue compagne di partito
protestano? Lui risponde: è la sola alternativa. "CATTOLICA E' IN RIVA
AL MARE. E LA PAROLA BORDELLO NON DERIVA FORSE DAL FRANCESE "AU BORD DE
L' EAU"?"
Gianfranco Micucci, 44 anni, sindaco Pds di Cattolica. Vuole riaprire le case di appuntamento per "sconfiggere il racket che gestisce il mercato delle lucciole".
Sembrava matto il sindaco di Riccione, Terzo Pierani, quello che
voleva aprire un Casinò sulla Riviera, e che due anni fa lanciò la
crociata contro i saccopelisti e poi la catena umana anti-mucillaggine,
con signorine in topless che se lo contendevano sul lungomare... Ma il
sindaco di Cattolica, allora? Altro che casa da gioco: Gianfranco
Micucci, 44 anni, indipendente eletto nelle liste del Pds, una laurea in
sociologia all'università di Trento, ha proposto di fare un casino.
Nel senso letterale del termine, casa chiusa a capitale pubblico e
privato, "moderna, efficiente e manageriale" . E ha anche trovato uno
sponsor: l'Onu, One nation underground, una cooperativa di servizi
culturali e discotecari, affiliata all'Arci, che ha immediatamente
rilanciato il progetto. Scopo? "Sconfiggere il racket della malavita che
gestisce il mercato delle lucciole". L'invito è per il popolo di
Romagna: galli in pensione e pulcini non ancora svezzati, vecchi e
bambini. I primi perché "non perdano l'abitudine allo sport più
praticato della riviera" , dice il sindaco, i secondi perché possano
adeguatamente curare la propria educazione sentimentale. Alla Flaubert,
ovviamente, un autore che il colto Micucci, ad uso di chi dubitasse sul
valore "culturale e morale" della sua iniziativa, non dimentica di
citare, insieme a un'enciclopedica sfilza di nomi che da Epicuro
portano dritto ai suoi maestri spirituali: Freud e anche Alberoni,
Wilhelm Reich oppure Renato Curcio (suo collega d' università).
"Cattolica è in riva al mare. E l'etimologia di "bordello" non è forse
"au bord de l' eau"?", insiste il primo cittadino del centro balneare.
"E poi, cosa ho io di diverso da Kohl o da Bush? In Germania e in
America le case di tolleranza esistono e sono autorizzate dallo Stato.
Vorrei che anche in Italia si rivedesse la legge Merlin". In che modo?
Trasformando i bordelli in vere e proprie aziende. Con pingui profitti,
aggiunge Micucci, per le casse comunali e un indotto ancora più
appetitoso: "Con le prostitute che ci sono in Riviera, pensi a quanto
guadagnerebbero i medici Usl. E le ditte che fornirebbero i
profilattici, quelle che sponsorizzerebbero la "casa" con i loro divani,
la lingerie, le lenzuola di seta...". Un'attività a tutto campo,
insomma: secondo le prescrizioni del citatissimo Max Weber. In armonica
sospensione tra "luteranesimo e spirito del capitalismo". Gianfranco
Micucci non è infatti solo il sindaco di Cattolica, o il "compagno"
indipendente dell'ex Pci. E' in primo luogo un imprenditore,
proprietario di una fabbrica di giocattoli, fatturato tre miliardi l'anno, che si chiama "Ci ragiono e gioco", parafrasi del celebre "Ci
ragiono e canto" di Dario Fo. Da ragazzo vendeva scarpe ai mercati
rionali: "Mio padre lo diceva sempre, studia pure, ma d'estate si
lavora" . Poi ha vinto un concorso al Comune, però era un posto che gli
stava stretto, buono fino al 1977, quando si è buttato negli affari,
quelli veri. Passione di famiglia, peraltro, testimoniata nell'albero
genealogico dalla presenza dello stilista Diego Della Valle, il quale
sui progetti erotici del cugino Micucci non ha mancato di dire la sua:
"Fai una tariffa a ore", gli ha suggerito da New York. "L' avventore
deve poter dimostrare che ci dà, che ci dà...". Mai come ora che è
sindaco, però, Micucci è riuscito a interpretare tanto bene lo "spirito
del capitalismo". Se l'amore profano può dar sostegno alle casse
comunali, quello consacrato dal vincolo matrimoniale non è da meno. Lo
dimostra la decisione di affittare la sala della Giunta per le cerimonie
nuziali: 200 mila lire comprese di tappeto rosso, marcia di
Mendelssohn, fiori per la sposa e, dulcis in fundo, sindaco in smoking.
Altra idea-business: trasformare Cattolica in un set cinematografico.
Con una star d' eccezione: "Madonna ha appena dichiarato che vuol
dirigere un film. Potrebbe venir qua. Ho già avviato i contatti
telefonici e preparato la sceneggiatura: Il destino si chiama Clotilde
di Guareschi". Le incursioni nel mondo dello spettacolo a Cattolica del
resto non mancano. Non è la patria del Mystfest, la rassegna annuale
del cinema "giallo"? E come ha reagito il sindaco l'anno scorso,
quando il comitato direttivo del festival ha deciso di trasferirsi a
Viareggio? Suggerendo, in un comunicato ufficiale, di riascoltare la
canzone Vivere, nell' intepretazione di Pavarotti: "Oggi che magnifica
giornata, la mia bella donna se n'è andata, m'ha lasciato alfine la
libertà..." Siamo all' operetta? Eh, no. Micucci sa anche essere
rigoroso. Sulla gestione del denaro pubblico, è per la "qualità totale":
non ha esitato, ad esempio, a tagliare lo stipendio ai consiglieri
comunali colpevoli di assenteismo. Ma rispetta pure le esigenze del
personale, tra cui il diritto alle ferie, concesse in massa dal 25
aprile al primo maggio con tanto di chiusura del Municipio. In Riviera
capita questo ed altro. Non si sono appena offerti i bagnini di Rimini,
galli per vocazione, a versare un'imposta di paternità alle svedesi
finite nelle loro reti, con eventuale neonato a carico? Non c'è quindi
da stupirsi se un progetto anti-istituzionale come la "Spa del sesso" ,
trovi pieno consenso presso il vicesindaco, Lando Pritelli, giovanotto
di fede "verde" , e presso gli "imprenditori" dell'Onu, capifila due
trentenni: Moreno Neri e Pier Pierucci, rispettivamente presidente e
vicepresidente della cooperativa della Lega. "In Romagna ci conoscono
come quelli che inventano le provocazioni", spiega Pierucci, citando
l'ultima creatura, il Rockhudson's, discoteca di Rimini, nata nel 1987, a
dispetto del nome "sana come il latte", con distribuzione al bar di
latte, appunto, e yogurt. "Assistere però ogni sera alla passerella di
prostitute che c'è sul lungomare di Rimini ci sconcerta. E allora,
perché non provvedere, fondando un luna park del sesso che nobiliti l'eros?". I vitelloni romagnoli, capitanati da Valter Giovannetti,
presidente del Club dei galli, sono d'accordo. Ma a sentire i soci
dell' Onu, anche i ragazzini: "In un sondaggio fatto nel nostro locale è
risultato che 43 persone su 51 apprezzerebbero la riapertura delle case
d'appuntamento". Fanno sul serio? Il dubbio tortura molti. Terzo
Pierani, ad esempio, sindaco di Riccione: "Figurarsi, una faccenda così
complicata, la prostituzione. Non è riuscito neanche il Parlamento a
risolverla. Dovrebbe essere un sindaco di provincia a far cambiare la legge?".
Incalza sul giornale locale, l'assessore Nando Piccari: "Caro
Micucci, l'hai fatta grossa, tu e quei pirlotti dell' Onu", allarmato
dall' idea che possa essere utilizzata la caserma dei carabinieri per la
costituenda casa del piacere. Si infuriano le compagne del Pds: "Dopo
anni di lotta per la "differenza sessuale", dovremmo dar adito adesso a
un pugno di nostalgici frustrati?", dice il neosegretario della
federazione di Cattolica, Maria Vittoria Prioli. Ancora più arrabbiate
le femministe storiche: guidate dalla leader Elvira Banotti sono
sbarcate a Cattolica e hanno tirato uova al sindaco. Lui, il bersaglio,
Gianfranco Micucci, si limita a strizzare un occhio: "Mi son messo nei
guai, eh?" . Guai seri? Lo si vedrà forse alle prossime amministrative,
quando il partito dovrà decidere se l'indipendente Micucci al suo posto
ci sta bene oppure no. Per ora, come recitava la canzone-manifesto
dell' amor mercenario di Fabrizio De Andrè, Bocca di Rosa, "le
contromisure si limitano all'invettiva". E sono, tra le altre: quelle
dei quattro parroci di Cattolica, riunitisi di recente per discutere una
strategia antisindaco; quelle del Comitato delle Prostitute di
Pordenone che per bocca di Pia Covre ha fatto presente di non gradire
affatto l'interessamento del primo cittadino romagnolo; e infine,
quelle di alcuni consiglieri di minoranza dell'amministrazione
rosso-verde, come il repubblicano Peter Tonti, che pontifica: "Siamo
proprio alla frutta". L'unico che riesce a non farsi bollare dallo
scatenato sindaco come un "bacchettone", è il segretario del Pds di
Rimini, Giuseppe Chicchi, ex assessore regionale all'ambiente e al
turismo: "Non condivido neanche una virgola della trovata di Micucci",
dice con fare molto serio. "Ma rilancio: sesso libero contro sesso
mercenario. Facciamo della Riviera la nuova Ibiza".
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