Moreno
Neri
In
cerca di Ipazia
Anno/Year 2016
66 pagine/pages
23 illustrazioni/illustrations.
12x19 cm.
ISBN 978-88-97080-92-3€7.80
Questo “aureo libriccino” è la rielaborazione del contributo al Convegno IPAZIA (Filosofa e Scienziata IV-V sec. d.C.) – Inno alla Libertà –
Fondamentalismi passati e recenti,
organizzato dal Collegio Sybaris del Rito Simbolico Italiano all’Oriente di Rossano, sabato 13 Dicembre 2014 presso l’auditorium
Amarelli di Rossano
(CS), e della relazione svolta in occasione del 40°
Anniversario del Capitolo Osiride n. 12 di Ferrara dell’Ordine della Stella d’Oriente, domenica
11 ottobre 2015 presso il salone d’onore di Palazzo Roverella a Ferrara.
È bene che si torni a parlare dell’alessandrina Ipazia, la prima donna
filosofa e matematica di cui abbiamo documentazione, scomparsa l’8 marzo 415 e
divenuta simbolo della libertà di pensiero e di altri numerosi valori, come è ufficio del simbolo. Protagonista del film
Agora (2009) di Alejandro Amenábar e oggetto di un libro del 2010 della
bizantinista Silvia Ronchey, inaspettato best seller, la sua vicenda è qui
riletta a partire dalla sua riscoperta da parte del proto-Massone John Toland
(1669-1722). Testimone e vittima, erede e messaggera della tradizione
pitagorico-platonica (il modo in cui in Occidente si è manifestata la
Tradizione unica) questa linea limpida e robusta, libera e responsabile, si è
presto incardinata nella Libera Muratoria attraverso l’opera dei Fratelli
Voltaire e Gibbon.
Fatta a pezzi da fanatici cristiani, il suo sacrificio usque ad sanguinem è ancora una macchia
indelebile e un tema per molti aspetti troppo conturbante. Rivolta all’armonia
cosmica, la vita e la morte di Ipazia rappresentano una differente visione sacrale dell’universo e
della vita, incluso il genio femminile, che ancora oggi si vuole sopprimere con
mezzi più subdoli e sottili.
Moreno Neri, nato sotto il segno dell’Ariete nel 1954, è discepolo
della Tradizione unica e universale, specialmente di quella occidentale,
classica e umanistica che dall’antichità giunge fino al Rinascimento. Vive a
Rimini, dove negli spensierati anni ’80 e ’90 è stato un noto imprenditore di
eventi culturali e luoghi del loisir. Dal 2000 si è dedicato alla scrittura,
curando, commentando e traducendo (dall’inglese, dal francese e dal greco
antico) per un quinquennio opere su Pletone, sul Tempio Malatestiano e su
Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica.
In questo mannello di traduzioni, curatele e collaborazioni si trovano, tra gli
altri, Charles Yriarte, E.M. Forster, Aldous Huxley, Ezra Pound, Adrian Stokes,
Henry de Montherlant, Charles Mitchell, Maria Grazia Pernis, Laurie Schneider
Adams, Giuseppe Scaraffia e Silvia Ronchey. Ma nella sua città ha incontrato
perlopiù persone con una lunga esperienza nei roghi e nel saccheggio. Nel 2006
è stato scoperto da Giovanni Reale che gli ha affidato il compito
dell’edizione completa delle opere del bizantino Pletone, “principe dei filosofi
del suo tempo”. Per le collane filosofiche dirette da Reale ha pubblicato Macrobio / Commento al sogno di Scipione
(2007), Giorgio Gemisto Pletone /
Trattato delle virtù (2010) e Gotthold
Ephraim Lessing - Johann Gottfried Herder / Dialoghi per Massoni (2014).
È caporedattore de L’Acacia
Rivista di studi esoterici e membro del Comitato Scientifico di nuovo Hiram Rivista del Grande Oriente
d’Italia. Molti suoi inediti su carta sono online su internet, indizio sicuro del fatto che scrive più di
quanto pubblichi. La sua prossima pubblicazione è la traduzione e commento del
“codice” 247 “A Platone in difesa della retorica” di Elio Aristide in Fozio / Bibliotheca; a cura di Luciano Canfora. Sta
ultimando la raccolta degli scritti politici di Pletone sotto il titolo Siamo Elleni, cui seguirà l’edizione dei
suoi due trattati antiaristotelici.
Per acquisti:
Nessun commento:
Posta un commento