Da
“LA VOCE DI ROMAGNA”, giovedì 6 ottobre 2016, p. 10
Si sono dimenticati pure di “Malatesta”
Si sa, l’anniversario fa venire la bava
alla bocca all’intellettuale. Ai mandarini riminesi, quelli che stanno
chiusi a Palazzo Garampi, al contrario, gli anniversari fan solo girare le
balle. Lasciamo stare il cinquecentenario dalla morte di Giovanni Bellini, l’icona
del Museo della Città (dimenticanza che imbarazza la cultura civica), ricordiamoci,
per lo meno, che il prossimo anno sono i 600 dalla nascita di Sigismondo
Pandolfo Malatesta. Sul Malatesta, di cui il Sindaco Andrea II Gnassi si sente
il pimpante erede, si presume, il Comune farà qualcosa. La frittata, intanto,
per quest’anno, è fatta. 70 anni fa, infatti, viene pubblicata Malatesta, pièce marmorea e barocca, «un
epitaffio al culto della Rinascenza» (Luca Scarlini), scritta da Henry de Montherlant, tra i grandi scrittori francesi del
Novecento, un tipo che «sfugge a ogni classificazione», pubblicato in Italia da
Bompiani, Mondadori, Adelphi. Il testo, poi, compilato sul crinale della
Seconda guerra, quando Montherlant, troppo esagitato per i “rossi”, troppo esclamativo per i “nazi”, «isolato dal mondo,
sognava un eroe» (Giuseppe Scaraffia), prese la via del teatro (nel 1950, al Théatre
Marigny) e della televisione (nel 1967). Il “dramma in quattro atti” dedicato a
Sigismondo Pandolfo Malatesta, «condottiero,
poeta, erudito, mecenate, assassino, sfrenato donnaiolo nonostante l’amore
appassionato che in lui non vien mai meno per la moglie Isotta, leggero
abbastanza per far erigere una chiesa in cui non c’erano che simboli pagani,
grave abbastanza per vivere come gli anacoreti con un teschio sul tavolo,
sacrilego abbastanza per venir condannato al rogo dal Santo Ufficio, religioso
abbastanza per morire cristianamente» (Montherlant), gode di una traduzione
nobile in italiano, quella del poeta Camillo Sbarbaro, pubblicata in origine da
Bompiani nel 1952 e ripresa da Raffaelli nel 1995. L’ossessione di Montherlant
(autore di romanzi assoluti come Il caos
e la notte e Le ragazze da marito)
per il Malatesta è testimoniata dal libro, stratosferico, L’infïnito è dalla parte
di Malatesta, edito sempre da Raffaelli, nel
2004. In quelle pagine, Moreno Neri ci ricorda che il Malatesta di Montherlant cascò pure a Rimini, nel «cinquecentenario
della morte di Sigismondo Pandolfo Malatesta», era il 1969, nella Rocca, con
Arnoldo Foà protagonista. «Malatesta è l’eroe
solamente di se stesso; ed è l’individuo solo, senza i suoi fini e le sue
ragioni, ad essere esemplare per i fini e le ragioni di sempre», scrisse
per quell’evento Montherlant medesimo. Fu un trionfo. Montherlant quest’anno farebbe
120 anni ma poco importa se a Rimini nulla importa della ricorrenza, ci abbiamo
fatto il callo. D’altronde, non esiste più neppure un Assessorato ‘alla cultura’.
Pessimo segno. (d.b.)
CULTURAME Usciva 70 anni fa il testo
teatrale dedicato dal geniale
Montherlant
a Sigismondo. Capitò a Rimini, nel
1969...
Nessun commento:
Posta un commento